Qual è l’importo minimo per acquistare un BTP
Chi ama investire sa quanto sia importante conoscere a fondo i mercati: ogni dettaglio, infatti, può essere decisivo per minimizzare i rischi connessi all’investimento stesso, e per ottenere guadagni certi e sostanziosi, duraturi nel tempo.
Tra gli strumenti più interessanti presenti sul mercato nazionale, spiccano i BTP. Per chi non li conoscesse, i BTP sono i Buoni del Tesoro Poliennale, ovvero obbligazioni statali a diversa scadenza emesse dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e collocate da Banca d’Italia. Strumento utile sia allo Stato che ottiene immediata liquidità , che agli investitori che si garantiscono un guadagno nel medio e lungo termine.
Ad oggi, nel nostro Paese, sono presenti 3 tipologie di BTP: quelli ordinari, da sempre negoziati sul mercato nazionale, gli “€i”, anche conosciuti come BTP Europa, istituiti l’anno successivo all’entrata in vigore della moneta unica europea e indicizzati al tasso di inflazione del Vecchio Continente, e i BTP Italia, acquistabili “solo” dal 2012 e caratterizzati da un funzionamento simile agli €i.
Importo minimo per acquistare un BTP
Entriamo un po’ di più nel dettaglio: per poter acquistare un BTP, l’importo minimo che bisogna investire è 1.000 euro. Questo vale per tutte e 3 le tipologie presenti sul nostro mercato. Non solo: le cifre che possono essere versate per l’acquisto di un Buono del Tesoro Poliennale devono essere sempre mulpile di 1.000.
Ciascuno dei BTP presenti sul mercato italiano è caratterizzato da diverse tipologie di scadenze: i BTP ordinari sono, senza dubbio, quelli che offrono più opzioni di scelta in termini di durata. Si va dai 3 anni, fino ai 30, passando per scadenze intermedie da 5, 10 e 15 anni. Diverso è il caso degli €i, classicamente acquistabili a 5 o 10 anni (anche se, durante la crisi globale che qualche anno fa aveva colpito il Paese, si è provato ad immettere sui mercati BTP Europa a 15 e 30 anni), e degli Italia, che al momento possono essere scelti con scadenze a 4, 6 e 8 anni.
Interessante la teoria, starete pensando voi. Ma, nel concreto, quali sono i guadagni per chi investe in BTP? Facciamo alcuni esempi con i BTP ordinari per capire meglio.
Bisogna innanzitutto sottolineare che i BTP riconoscono cedole semestrali e, a scadenza, garantiscono di ripagare il capitale nominale inizialmente dichiarato. Per rispondere alla domanda “quanto si guadagna con i BTP” è necessario avere altre informazioni a disposizione, come il prezzo di emissione, il valore di rimborso e il tasso d’interesse nominale annuo.
Prendiamo il caso reale del Btp-1fb37 4%, attualmente presente sul mercato. Se avessimo investito 1.000 euro nel Febbraio 2007, ovvero al momento dell’emissione, avremmo avuto un prezzo al di sotto della pari (98), un valore di rimborso 100, un tasso di interesse del 4%. Tenendo conto delle cedole semestrali e del capitale di rimborso possiamo affermare che, approssimativamente, il tasso di interesse al quale sarebbero state valorizzate le nostre somme è pari al 5,5% lordo annuo, ovvero 55 euro sui nostri 1.000 investiti.
Non dimentichiamo, però, che questa cifra è lorda: è necessario, infatti, ricordare che ogni investimento in BTP ha delle spese che devono essere considerate ai fini dei calcoli. Le più significative riguardano i costi di acquisto, le imposte di stacco cedola, quelle sullo scarto di emissione (da applicare solo in caso di acquisto successivo al lancio del prodotto sul mercato) e quelle sul capital gain, ovvero relative alla plusvalenza realizzata a scadenza. Al netto di tutto ciò, l’investimento che avremmo portato a termine nel febbraio 2007, sarebbe ancora da considerarsi conveniente.
Ma cosa succede se acquistassimo oggi questo BTP? Con un altro esempio tutto può essere più chiaro: prendiamo sempre il caso del Btp-1fb37, ma con i valori odierni, sopra la pari, a 118. L’investimento rimane positivo, ma il tasso lordo al quale matureranno, in modo composto, i nostri soldi è pari al 2,5%, quasi 3 punti percentuali in meno di quanto visto in precedenza. In questo caso, quindi, dovendo ancora applicare le commissioni e le imposte sullo stacco cedola, ci pare che i 25 euro lordi all’anno di guadagno, sui 1.000 euro bloccati, siano davvero risicati, e non rendano così succulenta questa mossa di mercato.
Ciò non significa che, in generale, acquistare sopra la pari non vada bene: per far sì che l’investimento sia giustificato, però, è necessario che il tasso di interesse complessivo del BTP sia davvero rilevante e che l’orizzonte temporale sia, al tempo stesso, di lungo termine. Un suggerimento: se acquistate sopra la pari fatelo solo con BTP maggiori del 5% e con almeno 10 anni ancora di vita prima della scadenza.