Come avviene la valutazione del merito creditizio
Quando ci si rivolge ad un istituto di credito o ad una società finanziaria per richiedere un prestito o un fido, la società erogante del credito, prima di comunicare l’esito positivo e provvedere all’erogazione del capitale finanziario richiesto dal potenziale sottoscrittore, deve procedere con l’istruttoria e la valutazione del merito creditizio del soggetto richiedente.
In altri termini, l’obiettivo dell’istruttoria di fido è individuare i rischi correlati all’attività di prestito, che possono palesemente manifestarsi allorchè l’obbligato risulti insolvente ovvero quando il medesimo non osserva le scadenze prestabilite per il rimborso di quanto dovuto. Il concetto di riferimento a cui si fa riferimento in questa guida è la capacità del credito del debitore, ancorchè la sua moralità, intesa come attitudine a tenere fede agli impegni assunti ed alla sua capacità di produrre reddito nel tempo.
Valutazione del merito creditizio: limiti dei dati contabili
I dati storici, a consuntivo, scaturenti dall’analisi dei bilanci e di tutti i documenti reddituali presentati dal cliente sui quali si imposta prevalentemente l’analisi sono dati statici con scarsa o comunque incerta attendibilità, atti ad illustrare gli avvenimenti in epoche pregresse ed in contesti che possono divergere da quelli futuri.
Vi è una prima palese difficoltà che si configura nella fase di valutazione del merito creditizio: interpretare il futuro mediante il solo utilizzo di dati storici oppure ricorrendo ad ipotesi di andamenti previsti, la cui opinabilità è ancora più accentuata. Pur non offrendo certezze interpretative, le diverse tecniche di analisi che la prassi finanziaria propone possono risolvere il problema della definizione dell’affidamento per quantità e qualità. Esse possono riferirsi a dati storici o dinamici, per cui si classificano in analisi dell’uno o dell’altro tipo.
Domanda di fido: formalizzazione e valutazione
Al fine di compiere un’adeguata valutazione del volume e del grado di rischiosità del prestito richiesto, occorre che l’impresa bancaria acquisisca ulteriori informazioni rispetto a quanto può desumere dalla domanda di fido. Questa, da redigere in forma scritta, deve contenere le indicazioni relative all’ammontare del fido proposto, alla sua durata, alle eventuali garanzie offerte ed ai documenti contabili presentati, sì da permettere all’intermediario creditizio di espletare un primo controllo sulla situazione generale dell’affidato.
Le domande così formulate devono essere attentamente esaminate per verificarne la rispondenza ai vincoli posti dallo statuto della banca e, più in generale, dei vari provvedimenti legislativi ed amministrativi. Si provvede alla fase di valutazione dell’istruttoria con l’obiettivo di valutare il grado di affidabilità della potenziale clientela, nel rispetto dei criteri adottati dal management circa il volume e la composizione dei prestiti.
Procedura d’istruttoria: iter di valutazione
La procedura di istruttoria si articola in quattro fasi:
- Verifica della veridicità delle informazioni fornite dal cliente nella domanda di affidamento. A tale fine, la banca può avvalersi del Bollettino ufficiale dei protesti cambiari, delle informazioni ottenute da terzi, delle segnalazioni della Centrale dei Rischi e dei colloqui con i responsabili dell’azienda.
- Analisi di tipo qualitativo, che rendono possibile lo studio della specifica situazione con riferimento sia alle peculiarità della sua gestione sia alle caratteristiche ed al profilo del soggetto richiedente. Esse assumono notevole rilevanza poiché consentono di acquisire i primi elementi necessari alla valutazione della fondatezza della richiesta di credito.
- Analisi di tipo quantitativa di tipo consuntivo e previsionale. La prima, rappresentata dall’analisi di bilancio, è effettuata secondo le tecniche degli indici e dei flussi finanziari, mentre la seconda si avvale di documenti previsionali dell’attività e del profilo del richiedente.
- Stesura della relazione di fido, da cui emergono gli aspetti positivi e negativi in merito alla richiesta di credito e l’indicazione della dimensione del fido da accordare al richiedente, nelle forme tecniche concordate. La relazione di fido, pertanto, rappresenta la base informativa per gli organi competenti che devono decidere in merito all’affidamento.
Valutazione del merito creditizio: aspetti evolutivi delle metodologie
L’elaborazione di modelli quantitativi per la stima della probabilità di insolvenza delle controparti clienti è il frutto della ricerca di un criterio oggettivo ed attendibile per la valutazione del merito creditizio. Nel corso degli anni la crescente complessità dell’attività di concessione del credito ha spinto sempre di più gli istituti di credito ad individuare procedure sempre più sofisticate, tali da garantire un efficace espletamento della stessa.
Tra i modelli “evoluti” si annoverano quelli di scoring, basati su tecniche statistiche aventi ad oggetto variabili correlate a scenari di mancato rimborso del prestito a scadenza. Essi si differenziano dalle tradizionali tecniche di analisi, in quanto tendono ad individuare relazioni di tipo matematico tra variabili finanziarie o indicatori economici ed il grado di solvibilità del debitore.
Nell’ambito dei modelli di scoring, la previsione della probabilità di rimborso di nuovi prestiti avviene sulla scorta delle performance delle operazioni passate. Per la loro efficacia assumono rilevanza le informazioni storiche sull’andamento del portafoglio prestiti, la cui capacità previsionale risulta tanto più elevata quanto più ampia è la casistica su cui sono realizzate le osservazioni e la corretta individuazione delle variabili esplicative della capacità di rimborso degli affidati.
Questi modelli sono volti ad individuare una serie di variabili di tipo anagrafico, patrimoniale e reddituale dei richiedenti credito a cui si associa un valore numerico di sintesi (score), espressivo della capacità di credito che orienta la decisione di finanziamento.