Il PD vuole reintrodurre i voucher: emergono nuove problematiche

Non vi è tregua sul caso voucher. Nella giornata di giovedì il PD aveva dichiarato di voler reintrodurre una nuova tipologia di pagamento per i piccoli lavori saltuari. Questi buoni erano stati aboliti nel mese di marzo per mezzo di un emendamento della “manovrina“.
Il capogruppo del PD alla Camera, Ettore Rosato si è detto disposto a ritirare l’emendamento qualora il governo dovesse fare richiesta. Da parte sua però il governo li considera ancora un problema capace di minare la sua stessa stabilità.
MPD pronto a non votare la richiesta del PD
Nelle prossime settimane il decreto, approvato il 20 aprile, dovrà essere confermato dal Parlamento. Il PD però rischia di non avere i numeri per veder passare la sua richiesta. Il movimento formato dai politici, MPD, che di recente si è separato dal PD, ha però spiegato di essere contrario alla norma. E per questo potrebbe quindi non votarla al Senato. Per il momento però il testo ufficiale non è ancora stato presentato.
In base agli ultimi documenti che sono però circolati in questi giorni viene spiegato come saranno questi dossier provvisori. I nuovi voucher richiesti dal PD dovrebbero essere dedicati all’utilizzo da parte di famiglie e imprese che dispongono fino a 5 dipendenti. Potranno essere acquistati tramite il sito dell’INPS, come un “libretto famiglia” che sarà composto da una serie di titoli di pagamento da dieci euro.
Le imprese invece dovranno seguire una procedura più complicata. Dopo essersi iscritti sul portale dell’INPS bisognerà sottoscrivere un contratto nominativo con il singolo dipendente che sarà pagato in voucher. Il compenso minimo all’ora dovrebbe essere introdotto a 9 euro, con un tetto massimo di 5 mila euro annui.
Nuovi e vecchi voucher: le differenze
Quali sono le differenze tra il vecchio e il nuovo sistema di pagamento con voucher? In passato una famiglia e un’impresa potevano comprare voucher senza limiti presso una tabaccheria. Potevano poi usarli per retribuire i lavoratori, con una massima semplicità di uso. Ora invece si rischia di andare incontro a una profonda macchinosità nel sistema di pagamento.
I voucher vennero introdotti a partire dal 2003, con l’obiettivo di trovare un modo semplice per remunerare i piccoli lavori. Con il passare del tempo l’uso di questi buoni è stato esteso a diversi settori e a un numero sempre maggiore di lavoratori. Il tutto ha portato, solo nel 2015/2016, a un aumento del 30% delle vendite dei voucher, pari a 134 milioni di unità. In seguito a tale dato vennero pesantemente accusati di aver favorito il lavoro precario, contribuendo a nascondere eventuali abusi.
A questo punto, aggiungendo anche la macchinosità dell’acquisto, viene da chiedersi che tipo di miglioramento possano offrire al mondo del lavoro.
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