Conto corrente pignorato! Cosa fare?
Quando si è insolventi verso un creditore, si può andare incontro ad una serie di conseguenze abbastanza spiacevoli. A partire dal possibile pignoramento dei beni, il quale può essere portato avanti, con forme e procedure differenti, su scelta dell’ente che vanta il credito.
Nel corso degli ultimi mesi si è fatto un gran parlare della scottante questione riguardante Equitalia, l’agenzia di riscossione delegata a richiedere le cifre dovute sotto vario titolo dai cittadini italiani che abbiano contratto un debito con enti di svariata natura.
I casi in questione sono molti, ad esempio il mancato pagamento di multe o bolli auto, ed in tal caso Equitalia può graduare la sua azione, arrivando infine ad una pressione sempre più forte, tesa a costringere il debitore ad onorare il suo impegno.
Come limitare i danni?
Se Equitalia è ormai considerato il vero e proprio simbolo dei pericoli rappresentati da una situazione debitoria che non consente di pagare, va anche ricordato come l’agenzia di riscossione, che sta peraltro mutando il suo nome, non sia però il solo soggetto interessato al pignoramento del conto corrente. il quale può infine essere considerato la risposta estrema di un imprenditore o di un privato di fronte all’ostinata resistenza di un debitore. In questo caso avviene presso terzi, definizione in cui rientra appunto la banca, la quale sarà costretta a versare direttamente al creditore quanto dovuto dal correntista, costringendolo in tal modo al definitivo saldo del debito contratto.
Come sbloccare un conto corrente pignorato?
Una prima soluzione può essere la conversione del pignoramento, consistente nella possibilità di versare proprio durante una causa, una somma di denaro pari all’importo dovuto al creditore aggiungendovi gli interessi e le eventuali spese, riacquistando in tal modo la disponibilità del conto.
Il versamento va fatto presso il Giudice dell’Esecuzione, per mezzo di un apposito libretto il quale sarà tenuto e conservato in cancelleria. Il conto corrente pignorato, sarà sbloccato però soltanto una volta che il pagamento integrale sarà stato portato a termine.
Esiste poi un secondo strumento, che permette il ripristino del conto corrente, ottenendone di nuovo la disponibilità, ovvero la transazione privata con il creditore. In questa operazione le controparti possono anche accordarsi per un pagamento a rate, in modo da tenere nel debito conto le difficoltà del debitore.
La transazione privata arriva a compimento solo una volta che sarà stata realizzata la totale soddisfazione del creditore e prevede di solito la redazione dell’accordo da avvocati, naturalmente dopo aver provveduto ad ascoltare le parti interessate. In tale caso il giudice può ratificare la transazione e sospendere il pignoramento presso terzi, che potrà sempre essere riattivato nell’ipotesi in cui l’insolvenza sia reiterata. Nel caso in cui l’accordo vada a buon fine, con l’estinzione del debito da parte del debitore, proprio il giudice provvederà ad ordinare l’immediata liberazione del conto.
I pericoli del pignoramento
Se queste sono le procedure previste in caso di pignoramento del conto corrente, va però ricordato che si tratta di una situazione abbastanza rischiosa per il debitore interessato. Ove ciò accada, infatti, viene ad essere vincolata, sino a renderla completamente indisponibile, l’intera somma risultante dal saldo attivo, almeno sino al limite dell’importo del credito.
Va, infatti, precisato che tale indisponibilità è di carattere bilaterale, riguardando non solo il correntista, ma anche l’istituto bancario in cui è stato acceso il conto corrente. Ne consegue che il primo non può ritirare somme di denaro, oppure compiere operazioni finanziarie, mentre il secondo non può più saldare verso terzi gli assegni eventualmente emessi dal proprio correntista, dare esecuzione ai bonifici disposti, o provvedere alle eventuali domiciliazioni che fanno riferimento al conto, oltre a trovarsi costretto a bloccare i pagamenti in entrata.
In pratica, si verificherebbe una mancata operatività del conto tale da ingenerare il pericolo che il correntista, ormai impossibilitato a disporre dei propri fondi, possa all’improvviso trasformarsi in un cliente moroso con la conseguenza di poter essere colpito da altri atti di pignoramento del conto, da parte di altri creditori.