Ecco i requisiti per ottenere un mutuo sulla prima casa
Un finanziamento di questo genere viene concesso a tutti coloro che lo richiedono, o occorre essere depositari di particolari caratteristiche? Si tratta di una domanda molto importante che occorre sicuramente porsi prima di mettersi alla ricerca di un finanziamento di questo genere, in quanto ogni banca ha una suo particolare approccio riguardo all’accoglimento delle richieste avanzate dalla clientela. Una politica che prevede criteri destinati ad essere ancora più restrittivi in momenti di crisi economica.
Quando la congiuntura inizia a presentare segni di deterioramento, tali da mettere in pericolo anche i posti di lavoro, il circuito bancario provvede infatti a chiedere ulteriori garanzie, in aggiunta a quelle che sono richieste solitamente. L’iter previsto dagli istituti bancari, prevede comunque che i funzionari (addetti alla valutazione di una richiesta di mutuo) provvedano ad aprire una pratica, con la quale sono chiamati a stimare le garanzie di carattere finanziario e la presenza dei requisiti legali necessari da parte del richiedente.
I requisiti legali
Il primo passo che occorre espletare, è naturalmente quello riguardante il possesso dei requisiti legali, senza i quali la domanda verrà immediatamente rifiutata dalla banca cui ci si è rivolti. In particolare, chi richiede un mutuo sulla prima casa deve:
- essere un cittadino italiano residente in Italia, oppure un cittadino di altri Stati appartenenti all’Unione Europea o, ancora, un cittadino extra Comunitario, ma in possesso di una regolare residenza nel nostro Paese;
- avere età minima di 18 anni, mentre per quanto riguarda l’età massima, è solitamente l’istituto bancario a fissarlo sulla base del tipo di finanziamento richiesto, ovvero in base alla sua durata. Ad esempio nel caso in cui si richieda un mutuo di 40 anni, avendo un’età già abbastanza avanzata, allora si gettano le basi per il mancato accoglimento della richiesta da parte della banca, poiché il cliente non riuscirebbe ad estinguere il mutuo.
I requisiti economici
Dopo aver esaminato la presenza dei necessari requisiti legali, la pratica passa alla seconda fase, quella che prevede la verifica dei requisiti economici. Si tratta dell’istruttoria, nel corso della quale vengono esaminati fattori come la capacità finanziaria del richiedente e l’adeguatezza della garanzia costituita dall’immobile che è oggetto della compravendita e che viene sottoposto a ipoteca.
In questa fase, vengono sottoposti ad accurato esame:
- il merito creditizio del richiedente, ovvero il suo pregresso nei rapporti con il mondo bancario, con particolare riferimento alla possibilità che egli abbia già un mutuo o altro finanziamento in corso e, soprattutto, che il suo passato non sia macchiato dall’iscrizione nell’elenco dei cattivi pagatori, in particolare una delle Centrali rischi cui attinge informazioni il sistema bancario, ovvero coloro che hanno reso difficile la riscossione di un precedente piano di rientro;
- la capacità creditizia, ovvero la reale situazione finanziaria del richiedente. In questo passaggio la banca va in particolare a esaminare la situazione lavorativa del possibile cliente, in quanto proprio il godimento di una busta paga è considerata la conditio sine qua non per l’accoglimento della richiesta. Naturalmente, chi vanta un contratto a tempo indeterminato precedente a quello a tutele crescenti introdotto dal Jobs Act e uno stipendio elevato avrà ottime possibilità di vedersi accordare il mutuo, contrariamente a chi abbia invece un contratto meno garantito o un reddito non molto elevato. Mentre è molto difficile, ma non impossibile, che le banche decidano di accordare mutui a chi sia precario, anche se negli ultimi anni si sono affermate soluzioni anche per questa particolare tipologia di utenti, proprio per la rivoluzione in atto nel mondo del lavoro.