Economia: quali aspetti considerare per trovare il miglior mutuo a tasso fisso
Continua il trend positivo dei mutui in Italia. Secondo gli ultimi dati, negli ultimi mesi sono stati sottoscritti e registrati 403 mila atti di iscrizione ipotecaria, per un valore di 93,5 miliardi di capitale di debito finanziato e un totale di 917.313 immobili concessi in garanzia. Gli immobili ipotecati a garanzia di mutui sono stati circa il 4% in più rispetto all’anno precedente, mentre il valore monetario dei finanziamenti è stato pari a 93,5 miliardi di euro (+9,1%).
Dati che dimostrano l’importanza di questo strumento finanziario per le famiglie importanti. Nel Bel Paese il 19,7% delle famiglie che vivono in abitazioni di proprietà (circa 3,7 milioni) paga un mutuo. Questa quota è maggiore al Nord (26,6% nel Nord-ovest e 23,1% nel Nord-est) e nel Centro (20,5%) rispetto a Sud (10,9%) e Isole (11,6%). In media, secondo l’Istat, le famiglie sborsano in media 545 euro mensili (i dati sono aggiornati al 2019). La quota mensile versata dalle famiglie cambia, però, in base al contesto: nelle città si pagano 586,55 euro. Nelle periferie e nei Comuni con più di 50mila abitanti la quota scende a 538,70 euro. Negli altri Comuni, invece, le famiglie versano 534,10 euro.
Le famiglie, dunque, chiedono mutui principalmente per acquistare un’abitazione. Su poco più di 546 miliardi di crediti, a gennaio ben 381 miliardi e 131 milioni erano mutui di durata superiore a 5 anni destinati a questo scopo, a cui si aggiungeva un altro miliardo e 732 milioni sempre di mutui per la casa, ma con scadenza inferiore.
Se, invece, vogliamo sapere quante sono le famiglie italiane che hanno un mutuo per la casa dobbiamo andare a vedere i documenti redatti dall’Istat per quantificare la portata del Cura Italia. Qui emerge che, nel 2018, sono 2,7 milioni le famiglie che pagano un mutuo sull’abitazione principale. Sono il 10,7% del totale. Circa il 61%, invece, dispone di una proprietà senza mutuo, poco più di una famiglia su cinque dichiara di trovarsi in affitto e il restante 8% di occupare l’immobile a titolo gratuito. Sono l’Emilia Romagna e il Veneto (con rispettivamente il 15,3 e il 14,7%) le regioni in cui si registra l’incidenza più elevata delle famiglie con un mutuo; Basilicata e Campania quello con il peso minore (rispettivamente 5,8 e 4,6%).
Il mutuo a tasso fisso
In questo scenario gli italiani preferiscono di gran lunga il mutuo a tasso fisso. Per certi versi potremmo dire che l’amletico dubbio che da sempre attanaglia chi è alle prese con un finanziamento ipotecario (fisso o variabile?) abbia quasi perso ragione d’esistere. Non si era infatti mai visto finora nella storia dei mutui (perlomeno da quando esiste l’euro) un vantaggio così schiacciante del fisso che al 30 novembre – stando alle ultime rilevazioni dell’osservatorio di MutuiOnline.it – ha raggiunto l’89% delle nuove erogazioni e sfiora il 92% sulle operazioni di surroga, quelle che consentono di spostare il vecchio mutuo in una nuova banca che offre condizioni giudicate migliori dal cliente. Il 2014, l’ultimo anno in cui il tasso variabile la spuntava sul fisso (con il 60% delle preferenze) sembra lontano anni luce.
Cos’è il mutuo a tasso fisso
Il mutuo a tasso fisso, come leggiamo sul sito di Bper https://www.bper.it/privati/mutui/mutuo-tasso-variabile-tasso-fisso, è un finanziamento che prevede una rata costante per tutta la sua durata. Il suo indice di riferimento è l’Irs, ovvero l’Interest Rate Swap. La maggior parte di coloro che sceglie una formula finanziaria con tasso fisso predilige una certezza, quella che l’importo della rata non subirà alcuna variazione. Se da un lato questo rappresenta un punto di forza, per altri è anche una debolezza in quanto il tasso fisso costa solitamente in più di quello variabile e non può usufruire di ulteriori agevolazioni per oscillazioni del mercato.
Il mutuo a tasso fisso presenta dunque diversi vantaggi. Con il mutuo a tasso fisso, infatti, ognuno conosce la rata che dovrà pagare ogni mese; l’importo non potrà mai cambiare ma sarà equilibrato rispetto alla situazione reddituale e soprattutto alle esigenze della famiglia. Insomma non sono previste sorprese. Scegliere un finanziamento con tasso fisso significa poter pianificare le uscite mensili con una maggiore puntualità oltre che essere ben cosciente che alla fine del piano di ammortamento la rata sarà inferiore rispetto al reddito futuro. Che vuol dire? Tra 20 o 30 anni la rata del mutuo sarà la stessa ma questo importo graverà di meno perché lo stipendio dovrebbe aumentare con il passare del tempo.