Trading quando comprare e quando vendere
Quante volte nella nostra casella di posta elettronica arrivano email in cui un sedicente Giovanni, appena disoccupato, proclama la sua felicità per aver guadagnato migliaia di euro in pochi minuti con il trading online?
Naturalmente, si tratta di puro e semplice spam, da non prendere sul serio, in quanto tutte le attività di investimento finanziario, compreso appunto il trading online, presuppongono un lavoro in profondità teso ad acquisire gli strumenti in grado di limitare il rischio connesso alla volatilità dei mercati.
In realtà, per poter guadagnare, cosa assolutamente possibile, occorre impadronirsi delle tecniche e delle conoscenze sulle quali i trader più bravi impostano le proprie tattiche. Proprio la strategia deve essere un punto fermo ed irrinunciabile, in particolare quella che prevede la migliore allocazione possibile delle proprie risorse, ovvero il Money Management, senza il quale è complicato riuscire a raggiungere i propri obiettivi.
Il primo passo sono le regole operative
L’interrogativo che si pone il trader è sicuramente il seguente: quando devo comprare e quando invece devo vendere? Si tratta però di una domanda abbastanza impropria, se prima non si entra nell’ottica di fissare le regole operative che devono rendere proficuo l’investimento.
In tal senso, la prima regola aurea è la divisione del capitale a propria disposizione in dieci parti eguali, da suddividere in dieci operazioni. In tal modo, se dovesse andare male una singola operazione o più, le altre potranno compensare la perdita, evitando che il proprio conto si prosciughi.
Solo una volta fatto questo passo, si può iniziare a ragionare su quando sia il caso di comprare e quando invece convenga vendere, sapendo però che conviene acquistare solo quando il margine di guadagno è almeno nell’ordine del 20%. Sotto questo margine non conviene, considerate le commissioni dell’intermediario.
L’importanza degli ordini di protezione
Chiaramente, la vendita o l’acquisto di titoli, azioni, obbligazioni e altri strumenti finanziari, dipendono dalle notizie che riguardano l’asset su cui si desidera investire. Se, ad esempio, si intende puntare sulle azioni del settore bancario, la prima cosa da seguire è l’evoluzione dei tassi di interesse, sapendo che ad esempio una politica come quelle decise dalla BCE a sostegno delle banche europee non può che rafforzarne la situazione sui mercati, mentre le difficoltà di ricapitalizzazione del Monte dei Paschi di Siena, di cui si parla proprio in questi giorni, possono affondarne il titolo.
Proprio per questo motivo molti broker mettono a disposizione dei clienti una sorta di calendario in cui sono racchiusi importanti rapporti delle istituzioni monetarie e finanziarie, oltre ai dati macroeconomici fondamentali. Una volta che si sia entrati in questa logica, però, torna a farsi pressante il discorso relativo agli strumenti da adottare.
A tal proposito, non va sottovalutata l’importanza di uno strumento operativo come i cosiddetti ordini di protezione. In questa categoria rientrano stop-loss e profit-taking: i primi rappresentano i limiti di perdita oltre i quali la posizione deve essere dismessa, in quanto proseguendo la perdita potrebbe diventare sanguinosa, mentre i secondi rappresentano la situazione specularmente opposta, traducendosi in un ordine di vendita una volta che il profitto desiderato sia stato conseguito.
Non si deve andare contro le tendenze del mercato
Comprare o vendere, dipende naturalmente dalle mutevoli condizioni del mercato. Si deve insomma trovare il momento giusto per operare una decisione in un senso o nell’altro, fidandosi dell’analisi fatta e del proprio intuito. Ma anche in tal senso occorre ricordare una cosa fondamentale: non bisogna mai mettersi contro il trend, mai!
In particolare, una volta constatata la formazione di una controtendenza rispetto a quanto si era previsto, occorre vendere gli asset su cui si era puntato al più presto, in quanto rimanere in direzione contraria all’andamento di mercato per un periodo prolungato aumenta a dismisura il pericolo di una catastrofica rotta.
Se non si è sicuri, è meglio restare fuori
Infine, prima di effettuare una compravendita, bisogna essere consapevoli che nutrendo dubbi sulla possibilità di ottenere profitto da un’operazione e non avendo sufficiente sicurezza sul fatto che le informazioni di cui si è in possesso siano in grado di indicare l’evoluzione del mercato, sarebbe meglio rinunciare ad investire.
Mentre nel caso in cui l’investimento sia già avvenuto, è consigliabile comunque liquidarlo al più presto, sia nel caso di perdite che in quello di un improbabile guadagno.