Trading sulle valute “emergenti”: lira turca, rublo russo, rand sudafricano e real brasiliano
Speculare e fare trading con le valute correnti è diventata un’opportunità unica per gli investitori e per gli esperti di compravendita di asset e di strumenti che ne consentono l’operazione. Sono questi rapporti di compravendita a generare quello che viene definito benessere economico, poiché essendo condizionati dall’andamento dei mercati borsistici e finanziari, questi variano continuamente e consentono di lucrare dall’andamento “altalenante” delle currency.
Questo mercato è sicuramente un mercato in continua fase di espansione e di crescita, assolutamente molto redditizio per tutti quegli investitori esperti che hanno successo, anche se questo richiede una preparazione adeguata, una certa conoscenza appropriata dei mercati finanziari ed un piano strategico di trading solido. Attenzione: detto così sembra semplice e lineare ma, in effetti, dietro l’investimento si nascondono non pochi problemi ed insidie derivanti dal semplice fatto che le valute sono interessate da tutte quelle influenze globali, sociali e politiche.
Non solo, le valute sono interessate anche dai tassi di interesse, i quali possono mutare nel corso della stessa giornata, venendo ad impattare sui tassi di cambio. Per questo occorre fare attenzione e tenere debitamente conto delle determinanti e dei fattori critici che vengono ad incidere sul corso valutario. Vediamo allora in questa guida come comportarsi con la speculazione di coppie di valute. Valute principali, emergenti e “minori”: dove investire?
Trading valutario: valute principali, minori ed esotiche
I mercati valutari classificano le valute in tre gruppi: valute principali, emergenti e minori. Il Forex è quel mercato in cui vengono scambiate, soprattutto, le valute nazionali “in coppie”: ciò significa che, all’interno di una coppia di valute, vi è sempre una valuta che sale e l’altra che scende. Nel trading non tutte le coppie di valute sono uguali; alcune hanno un andamento stabile, altre invece sono un po’ più volatili e altre meno.
La maggior parte delle operazioni di trading, avviene tra le Valute Principali, le c.d. valute “majors”, quelle dei principali paesi che sono generalmente “in coppia” con il dollaro statunitense e sono ascrivibili alle seguenti:
- EUR/USD (euro/dollaro statunitense), la coppia di valute EUR / USD tende ad avere una correlazione negativa con USD / CHF (dollaro statunitense/franco svizzero) e una correlazione positiva con il GBP / USD (sterlina inglese/dollaro statunitense).
- USD/JPY (dollaro statunitense/yen giapponese), la seconda coppia di valute più attivamente scambiata sul mercato valutario è USD/JPY. Questa coppia è stata sempre sensibile alla situazione politica tra gli Stati Uniti e l’Estremo Oriente. La coppia tende ad essere correlata positivamente alla coppia USD/CHF e USD/CAD
- GBP/USD (sterlina inglese/dollaro statunitense), la coppia GBP/USD tende ad avere una correlazione negativa con USD/CHF e una correlazione positiva per la coppia EUR/USD.
- USD/CAD (dollaro statunitense/dollaro canadese), la coppia di valute USD/CAD tende ad essere correlata negativamente con la coppia dollaro australiano/dollaro statunitense, sterlina/dollaro statunitense e le coppie EUR/USD.
- USD/CHF (dollaro statunitense/franco svizzero), la coppia di valute USD/CHF tende ad avere una correlazione negativa con la coppia EUR/USD e le coppie GBP/USD. Il franco svizzero è stato a lungo considerato come un rifugio sicuro per i forex trader nei momenti di incertezza.
Fare trading con le valute “emergenti”: quali sono?
Il termine “emergente” viene dato a quelle valute che sono scarsamente scambiate perché hanno poca “liquidità”, mancano di popolarità in termini di attività di mercato e sono solitamente soggette al pagamento di commissioni molto alte. Perché “emergenti”? Questo aggettivo deve essere riconducibile al semplice fatto che la valuta oggetto di scambio è sovra performata rispetto a quella in vigore nelle economie più mature e di “vecchia industrializzazione” (in particolare, quella europea ed americana).
I mercati dei Paesi emergenti continuano ad attrarre gli investimenti ed i capitali dei principali investitori. A fronte di rendimenti quasi nulli in Europa e Giappone mediamente intorno al 2% negli States, gli investitori continuano a prediligere le economie dei Paesi emergenti, nonostante i rischi valutari e i repentini cambiamenti geopolitici.
L’incremento dei tassi di crescita e le “felici” partnership commerciali siglate tra Europa/USA e i c.d. BRICS offre supporto agli scambi globali ed alle economie “emergenti”. La crescita dei BRICS (acronimo di Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) sta accelerando lo spread tra la crescita dei Mercati Emergenti e quella delle economie avanzate. Storicamente ed economicamente, ciò è risultato positivo sia per gli afflussi di capitali e gli scambi commerciali verso i Mercati Emergenti che per le valute locali.
Inoltre, i Governi dei BRICS hanno anche implementato riforme politiche ed economiche davvero importanti negli ultimi anni. Si tratta di riforme strutturali senza precedenti che faranno “balzare” le economie dei Paesi, crescere il PIL ed il benessere economico nazionale. Passi da giganti che impattano sul corso valutario delle loro valute, non pienamente stabili e soggette a “bruschi cambiamenti” cagionati dalla crisi geopolitica.
Peculiarità nel fare trading con le valute “emergenti” e minori
Le valute dette “emergenti” non sono definibili né come grandi né come piccole, ma sono in ogni caso importanti nel mercato del Forex. Il trading di valute emergenti è molto diverso dal trading delle valute principali, dato che il livello di interesse da parte della maggior parte dei traders verso le prime è ancora basso ma, in costante crescita. La mancanza di liquidità sul mercato delle valute emergenti le rende delle valute potenzialmente “rischiose”, non scevre da insidie, da minacce di “battute d’arresto” e con un elevato costo.
Ma l’alto rischio delle valute “emergenti” è sinonimo di opportunità per fare profitti elevati sul mercato delle valute emergenti, il quale non è facile da capire completamente. Gli ambienti politici e quelli finanziari dei BRICS possono cambiare rapidamente: gli accordi bilaterali continuano a cambiare in base all’assetto politico ed agli sviluppi economici e commerciali dei paesi.
Oltre a queste, vi è un altro “grappolo” di valute che richiamiamo per completezza espositiva che sono definibili come valute “minori” o esotiche, il cui trading è molto limitato sul mercato Forex. Essi provengono solitamente dai paesi in via di sviluppo, come alcune parti dell’Asia, del Pacifico, del Medio Oriente e dell’Africa.
Riportiamo, a titolo esemplificativo, le valute “emergenti” e quelle minori:
AED: UAE Dirham
ARS: Argentinean Peso
BRL: Brazilian Real
CLP: Chilean Peso
CNY: Chinese Yuan Renminbi
CZK: Czech Koruna
EGP: Egyptian Pound
HKD: Hong Kong Dollar
HUF: Hungarian Forint
IDR: Indonesian Rupiah
ILS: Israeli Shekel
INR: Indian Rupee
IRR: Iranian Rial
ISK: Icelandic Krona
JOD: Jordanian Dinar
KRW: South Korean Won
KWD: Kuwaiti Dinar
MXN: Mexican Peso
MYR: Malay Ringgit
PHP: Philippine Peso
PKR: Pakistani Rupee
PLN: Polish Zloty
RUB: Russian Ruble
SAR: Saudi Arabian Riyal
SGD: Singaporean Dollar
THB: Thai Baht
TRY: New Turkish Lira
TWD: Taiwanese Dollar
ZAR: South African Rand
ZWD: Zimbabwe Dollar
Mercati e valute “emergenti”: potenzialità strategiche e rischi
Lira Turca, Rand sudafricano, Real brasiliano, Rublo russo sono le quattro valute “emergenti” potenzialmente promettenti da considerare per chi vuole fare trading valutario. Tralasciando la storia politica ed economica di ognuno dei quattro Paesi, le affinità sono ascrivibili al fatto che vantano tutti una storia pregressa di Governi dittatoriali e un modello di economia “pianificata” oggi, in fase di costante “apertura” verso un tipo di mercato più capitalistico. Mutamenti non di poco conto questi che racchiudono potenzialità strategiche per i trader ma, pure rischi da prendere in debita considerazione.
Il trading di queste quattro valute “emergenti” comporta alcuni rischi che occorre valutare e conoscere:
- salvo i casi di speculazione, è estremamente difficile da monitorare e prevedere quali saranno gli sviluppi sugli scenari macroeconomici dei paesi con valuta emergente;
- i tassi Forex sono determinati dall’incontro tra domanda ed offerta della currency,
- la scarsa liquidità sui mercati emergenti rende più difficile fare trading con queste valute,
- sebbene l’analisi dei dati storici giornalieri faccia propendere per buone opportunità redditizi, le alte commissioni praticate dai broker possono erodere il potenziale di profitto,
- l’incertezza politica nel paese della valuta, conduce a notevoli oscillazioni, rendendo difficile anche per gli operatori più esperti fare trading.
Oltre ai rischi, le valute emergenti hanno degli indubbi vantaggi: non è vero che queste valute siano sempre volatili; gli alti movimenti di prezzo nel breve e lungo termine, consentono un enorme potenziale di profitto. Sfruttando l’uso della leva finanziaria, è possibile fare trading tra coppie di valute garantendo alti rendimenti e profitti. Anche il tasso di cambio può giocare un ruolo di primo piano nel generare il profitto, a scapito delle alte commissioni.
A parte l’acquisto diretto della valuta emergente, esistono diverse altre scelte di investimento per sfruttare i vantaggi delle stesse: si potrebbe tenere, ad esempio, in considerazione i futures su valute, opzioni su valute e anche varianti come le “opzioni con barriera”. Considerando i fattori fin qui esaminati, le valute emergenti non sono quindi consigliate per i principianti e per quelli con un capitale limitato. Piuttosto, i market maker più esperti riescono solitamente a beneficiare del trading di valute emergenti capitalizzando sugli spread più ampi e della loro maggiore professionalità.